sabato 26 settembre 2009

Cappello si, cappello no.


Portare il Cappello Alpino è un onore ed un onere al tempo stesso che implica impegno, sacrificio
e
dedizione anche da parte di chi non ha svolto il servizio militare tra gli Alpini.

E' un segno di rispetto, ammirazione e condivisione di un'"Alpinità" sicuramente diversa ma sentita e vissuta "in pectore" da ciascuno di noi che apparteniamo all' A.N.A ( ASS.NE NAZ.LE ALPINI ), iscritti come soci aggregati e conosciuti da tutti come AMICI DELI ALPINI.

15 commenti:

  1. Portare il cappello alpino richiede un "piccolo" requisito: aver prestato servizio nelle Truppe Alpine (alpini o artiglieria da montagna).
    Posso capire l'ammirazione per il Corpo, posso capire la condivisione di ideali, posso capire una certa identità di vedute, ma il cappello alpino è un'altra cosa. E' pur vero che basta comprarlo e metterselo in testa, ma chi lo fa sa bene che, oltre a contravvenire alle disposizioni ANA (cosa più grave se commessa da soci aggregati, teoricamente a conoscenza dello Statuto), non sarà mai un alpino, ma solo uno che cerca di imitare chi l'apino l'ha fatto veramente.
    E' come se io, alpino, volessi andare in giro con il cappello da bersagliere soltanto perché mi piace il piumetto di gallo cedrone, o perché mio nonno cadde in Africa Settentrionale (M.O.V.M.).
    Il cappello non è il supporto di una miriade di medaglie-medagliette-medagline, è il simbolo di una naja vissuta tra i monti, è fattore di indentità tra chi ha convidiso questa parentesi di vita.
    Cari amici e aggregati, siete in gamba lo stesso, non cercate di strafare e rispettate il sacro simbolo. Non indossandolo.

    RispondiElimina
  2. diciamo che la maggioranza di voi è iscritta perchè nelle sedi ANA se magna e se beve.
    un vecio tridentino

    RispondiElimina
  3. Sono felice di far parte dell'altra minoranza.
    E di ricordarmi che l'ANA, innanzitutto, è un'Associazione d'Arma.

    RispondiElimina
  4. è auspicabile che sia ANA a ricordarsi che sia una associazione d'arma

    RispondiElimina
  5. Sei un poveretto, indossi un Cappello che non ti appartiene, Alpino è chi ha militato o milita nelle Truppe Alpine, Tu rinnegando il tuo reparto di appartenenza (sempre che tu abbia fatto il soldato) vali zero e disonori il reparto. Se io fossi il Presidente ANA Vi butterei fuori a pedate firmate Vibram, meglio pochi ma buoni e sopratutto VERI Alpini e non mascherati da soldati. Ricordo inoltre che ANA = Associazione Combattentistica d'Arma. E non circolo ricreativo o bocciofila.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Buon giorno,so benissimo che essere alpini è l'aver fatto la nana tra i monti,Alpino vuol dire amore x il cappello portato con fierezza,però non condivido queste dure parole contro i soci aggregati....sono sorella di Alpini,mio fratello legato al cappello Alpino come fosse la sua morosa,è venuto a mancare nel 2015 a soli 53 anni a causa di Tumore ed io ho voluto portare avanti il suo essere Alpino iscrivendomi come socio aggregato per portare avanti il suo spirito Alpino e ne sono fiera,non ho fatto il militare ma mi sento nel cuore più Alpina di tanti Alpini...Scusate queste mie parole...Mandi

      Elimina
  6. Mi piace la serie di commenti di ALPINI ( o autodefinitisi tali) che dimostrano nei loro scritti la vera natura dell'alpino: solidale, testardo, ma pronto a dare una mano, un servitore che non commenta, ma fa... già già.. proprio veri alpini.. ma soprattutto nascosti dietro l'anonimato... Mi piace perché chi scrive e si reputa degno di indossare il cappello alpino lo fa con coraggio e prendendosi le responsabilità dell'intelligenza e dell'educazione del proprio pensiero.
    Matteo
    P.S. Artigliere da montagna (sempre che si possano considerare alpini... di questi tempi non si sa mai)

    RispondiElimina
  7. I vostri commenti mi spaventano. Mi piacerebbe iscrivermi all'ANA come socio aggregato; ho letto lo Statuto e condivido in assoluto il divieto di far indossare il cappello alpino o qualunque distintivo che spetti a chi appartiene all'associazione d'arma in quanto ex combattente o avendo prestato il servizio militare. Lo condivido e capisco, perchè so quanto per un militare sia prezioso e carico di significati ogni pezzo della sua divisa, soprattutto un cappello come quello alpino, che è gavetta, coperta per il freddo o ripararsi dal sole. Lo condivido perchè anche io non amo chi vuole sembrare ma non è. Però resto comunque spaventata. Intanto perchè sono una donna e nelle associazioni d'arma ho già sperimentato un sessismo davvero esasperante ed obsoleto: va bene cioè che la "moglie", sorella" o "fidanzata" mettano un bel tailleur con un foulard stemmato, un po' meno se chiede di partecipare a un'attività sul campo. E poi il timore di essere guardati con distacco, con quell'attesa che tu commetta il primo errore, con l'insofferenza di chi "fa comodo" numericamente, però resta un socio di serie B. Perchè invece non cambiare prospettiva? Trattateci come reclute, come chi ha tutto da imparare (però desidera imparlarlo), come chi sa stare al suo posto ma desidererebbe anche che quel posto venisse guardato con simpatia e cameratismo. A volte far parte di un'associazione d'arma, anche ome semplice socio simpatizzante, realizza il desiderio di svolgere attività di volontariato sotto l'egida di valori riconosciuti e serietà. Tutto qui. Il meraviglioso cappello per noi resta un simbolo e come tale intoccabile, eppure non per questo meno amato. Ed è ciò che conta.

    RispondiElimina
  8. la differenza è tutta lì, cara Federazione (anche l'articolo è anonimo...): per qualcuno basta comprarlo sulle bancarelle ovvero ... " realizzare il desiderio di fare volontariato" (ma che c'entra?), per gli Alpini invece è stato guadagnato sulla propria pelle (poco importa se poi taluno lo aliena perchè non gli dice nulla). e questo prescinde dall'appartenenza all'ANA.
    pietro frisone

    RispondiElimina
  9. ALPINI bisogna esserlo dentro nel cuore e nel sanghue non solo perchè hai fatto la naia alpina.io nella carta sono aviere ma nel cuore un grande alpinoooooooooooo!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  10. Buongiorno alpini ! Pure io sono un aggregato, il cappello mi è stato regalato da un amico alto ufficiale degli alpini, ( il mio semplice da truppa), ci terrei molto ad indossarlo quando vi sono raduni,incontri ecc e allora perchè non ' omologate' un cappello simil x aggregati ?
    Marco

    RispondiElimina
  11. Ricordo che in base al regolamento uniformi e distintivi 6566 è vietato indossare l'uniforme o parte di essa a chi non ha prestato servizio militare ed è punibile in base all'art. 498 del codice penale

    RispondiElimina
  12. Sono un Alpino del Tirano, e leggendo tutti i vostri commenti mi sento contemporaneamente divivo e d'accordo con tutti voi. Mi spiego meglio. Sono d'accordo che per noi il cappello è una cosa oserei dire sacra, non solo perchè lo abbiamo portato durante i duri mesi di naja, ma perchè rappresenta il sacrificio immane dei nostri nonni durante il conflitto sull'Adamello, sul Monte nero, ecc.ritengo giusto che siano solo chi ha prestato servizio negli alpini abbia il diritto di portarlo. E' altresì vero, che come qualcuno ha accennato, nei raduni ci sono banchetti che li vendono a chiunque pur di far soldi, e non si può impedirlo. E' anche vero che, sempre da vostri commenti,che ci sono degli aggregati, che io preferisco chiamarli "amici degli alpini" che sonom più presenti, lavorano e sentono un'alpinità maggiore di tanti veri alpini. Posso affermarlo con certezza perchè nel nostro gruppo ce ne sono almeno una decina e sono sempre presenti al bisogno. Sitratta solo di trovare una soluzione che appaghi le due fazioni. Alcuni in passato hanno proposto la nappina tricolore senza penna, altri di far adottare una specie di Cappello norvegese con la scritta "amico degli alpini sul frontale. insomma di soluzioni ce ne possono essere tante per poter essere tutta una famigli di alpini e amici. Grazie per l'attenzione. Girdano lunati

    RispondiElimina
  13. Alla fine è una questione di identità ma anche di sorte. Chi tra chi ha fatto il militare ha potuto scegliere il corpo di destinazione? Paracadutisti forse, carabinieri e pochi altri. Oltre a questo tra l'intera popolazione di alpini solo alcuni si identificano nei valori dell'Alpinità" E, con l'andar del tempo, visto che il servizio di leva non esiste più, saranno sempre meno. Si vedranno sempre meno cappelli d'alpino e sempre più norvegesi. Ecco che, magari il pensiero alpino resisterà, ma perderemo il suo emblema, il cappello con la penna. Personalmente penso che, ogni uomo o donna raggiunta la maggiore età possa comportarsi degnamente come possono fare gli alpini dell'ANA, magari facendo parte anche della protezione civile. Ma non c'è nessun merito nell'essere stato scelto in corpo militare piuttosto che in un altro, o non aver fatto il militare per esubero, o per altre motivazioni. Oggi se una persona vuole diventare: medico, avvocato, falegname, fornaio ecc., può farlo!! Studia, si esercita, passa degli esami e ci diventa. C'è seriamente da pensare a quale potrebbe essere un percorso alternativo alla naja, che possa essere frequentato da tutti coloro i quali vogliano impegnarsi a diventare un alpino, altrimenti un giorno gli alpini scompariranno, e con loro uno degli emblemi unici, che rappresenta l'Italia nel mondo. Pensiamoci.

    Mauro

    RispondiElimina
  14. Ho partecipato alle due ultime adunate Trento e Milano e mi sono comperato sia le medaglie che il cappello di Alpino speravo di poterlo indossare a Rimini ma purtroppo è tutto saltato e ne sono molto dispiaciuto io sotto naia ero carrista come l'ho comperato io tantissima gente l'ha comperato donne bambini ed uomini forse sarebbe meglio trovare un tipo di cappello che tutti possono portare anche se non hanno fatto l'Alieno però solo per amici o simpatizzanti degli Alpini distribuito dalla propria sezione con uno stemma della sezione a cui si appartiene così nn ci sarebbero più tutte queste discussioni

    RispondiElimina